Scheda

Forma di Governo:Repubblica Parlamentare (Chrimatocrazia)
Nome effettivo:Repubblica dei Liberi Cittadini di Cotton Can
Razze:Umani 50%, Halfling 20%, Gnomi 15%, Nani 10%, Altri 5%
Capitale:Kist
Popolazione:13.500.000 ab.
Estensione:141.010 KM2
Densità:95,7 ab./KM2
Capo di Stato:Francis Kirrendur
Fondata nel:Data ignota
PIL:128.250.000.000 MO/Anno (1°/23)
PIL pro-capite:9.500 MO/Anno (1°/23)
Tasso di alfabetizzazione:40%

Cotton Can è un nome che anche solo a pronunciarlo evoca sensazioni miste di odio e invidia, ma anche di disgusto e rabbia in buona parte di Swirlenheim. Poche nazioni sono così vicine allo stereotipo con cui vengono dipinte come l’antichissima nazione sita nel sud di Cirmaea e che si affaccia nel Mare di Fuoco, le caldissime acque tropicali che occupano il meridione del continente.

Cotton Can è una nazione ricca, ma di una ricchezza non quantificabile per il resto del continente: ospita la sede centrale di quasi tutte le banche dei tre continenti e quasi ogni grande multinazionale ha lì la sua sede principale. La ragione è presto detta: in Cotton Can non esistono tasse e sono le stesse grandi aziende a governare il paese.

Geograficamente parlando la nazione si trova in un territorio estremamente fertile e dove è semplice dare vita a ricche coltivazioni, ma è anche un territorio che richiede una quantità spaventosa di manodopera e dove gli avventurieri sono soliti cercare lavoro, a causa dell’elevato numero di creature magiche e pericolose che scendono dalla Barriera del Serpente o dal deserto. Purtroppo è proprio sulla questione lavoro che si generano la maggior parte delle ipocrisie e difficoltà di questa ricchissima nazione: se un lavoratore qualificato può effettivamente andare a Cotton Can e guadagnare anche setto od otto volte quello che guadagnerebbe nella pur benestante Johnstone, un lavoratore scarsamente qualificato finirebbe per entrare in una sorta di circolo di schiavitù, il tutto senza che il Governo centrale alzi un dito per ostacolare queste pratiche. Questa immensa contraddizione è visibile anche nelle città: grattacieli in marmo bianco e decorati d’oro, d’una opulenza che verrebbe giudicata volgare altrove, solcano altissimi i cieli intervallati da rigogliosi parchi elfici riempiti di statue naniche. Ma questo avviene nel centro città: superata l’area del centro in direzione est od ovest si arriva nelle zone residenziali, ove trova casa la ricchissima borghesia cittadina in quartieri composti da ville sfarzose e rette da una sorta di autogoverno che gestisce i singoli quadranti. Nella direzione opposta, quindi allontanandosi dal centro per puntare verso l’area meno sfarzosa, sia arriva negli slums, le mastodontiche baraccopoli nella quale persino l’esercito ha paura di recarsi. Ai sfortunati residenti degli slums è vietato allontanarsi dagli stessi se privi di una specifica autorizzazione, la quale viene concessa arbitrariamente dalle truppe mercenarie private che vigilano severamente sui confini degli stessi. Negli slums manca tutto: risorse, acqua corrente, strutture sanitarie e soprattutto ogni forma di controllo statale sulla sicurezza. A seconda del reddito, dunque, Cotton Can potrebbe essere sia l’inferno che il paradiso.

Storia

La Prima Repubblica Cottoniana

Cercare di comprendere le origini di Cotton Can oggi è materialmente impossibile. I primi documenti firmati a nome della Repubblica di Cotton Can risalgono al -312, il che sarebbe già sufficiente a renderlo il paese più antico del mondo. Tuttavia, buona parte dei cottoniani ha piuttosto arbitrariamente stabilito come data di nascita della nazione il -400. Questa data non è casuale come potrebbe pensare: secondo il mito, inizialmente Cotton Can era abitata da selvaggi privi di forme di comunicazioni avanzate (alcuni pensano fossero dei goblin). Questi selvaggi vivevano galoppando per le pianure e terrorizzando gli abitanti della costa, che non furono mai in grado di costituire una vera e propria città avanzata fino al -400. In quell’anno, secondo il mito, doveva svolgersi a Kist una grande fiera delle stoffe, chiamata la Fiera del Cotone: questa fiera, dedicata al dio Horatius, era considerata un evento sacro e inviolabile, nonché una ragione di interazione politica, sociale, culturale ed economica per tutti gli abitanti della Cirmaea Meridionale. Il popolo di selvaggi, il cui nome non viene mai rivelato, irruppe durante la manifestazione sterminando centinaia di mercanti e civili inermi. Irato da tale profanazione, il dio Horatius decise di punire i selvaggi schierando loro contro i suoi araldi: l’ippogrifo bardato in Mithril Cobblehoof, protettore dei civilizzati; il Fantasma di Malthus, premonitore di sventure, che protegge i mercanti con i suoi metodi bizzarri; il più temuto, il Legislatore, il massiccio Golem di oro e acciaio costruito per difendere l’ordine e la legge. Finì con un massacro senza eguali: Horatius sterminò i guerrieri barbarici e donò immense fortune ai mercanti della fiera, che bramavano una civiltà prospera e sviluppata.

I mercanti, per rendere omaggio ai doni del dio, decisero di creare uno stato che seguisse i suoi dettami e insegnamenti: chiamarono quel paese Cotton Can, come l’unità di misura del Cotone utilizzata tipicamente negli scambi di stoffe del mercato. Come detto, il primo documento storico firmato da un’autorità cottoniana risale al -312 ed è un accordo fra il sindacato dei mercanti di spezie cottoniani e la regina di Mantis per la cessione di immense quantità di cannella e noce moscata, di cui l’alta borghesia elfica sembrava essere particolarmente ghiotta. Dall’accordo possiamo evincere come, allora, non esistesse a Cotton Can una vera e propria moneta unica nazionale, dato che il pagamento viene compiuto grazie a oro, argento e schiavi. In seguito, la vera protagonista delle transizioni cottoniane fu il Taller, ancora oggi moneta nazionale: questa valuta si fondava sulla credibilità dei banchieri e delle istituzioni cottoniane e cominciò, già durante l’era flumea, a divenire particolarmente gradita ai mercanti di tutto il mondo. Durante il -200 la quasi totalità degli scambi commerciali “internazionali” avveniva con tre diverse valute: l’oro, lo Scudo flumeo (a oriente) e il Taller cottoniano (a occidente). Questo strapotere nell’emissione di titoli al portatore finì con l’impedire la nascita di altre valute forti in tutto il mondo non flumeo: inoltre, le immense quantità d’oro di cui è dotata Cotton Can permisero al paese di godere di una sorta di immunità dalle crisi di liquidità.

Un grosso limite allo sviluppo sociale del paese fu tuttavia l’assidua presenza di accordi di mercato fra grandi gruppi, che hanno sempre impedito lo sviluppo di un’autentica concorrenza che andasse all’infuori del mercato dei prezzi: se da un lato questo ha reso le imprese locali competitive sul mercato internazionale (nel quale nemmeno dovevano cambiare la propria valuta), dall’altro ha impedito la formazione di un autentico mercato del lavoro competitivo. La presenza di miniere d’oro nel territorio ha comportato, storicamente, un fenomeno migratorio piuttosto consistente. Complice il deserto che caratterizza il confine

Gerard “Il Guercio” Moscau

nord e l’assenza di vere e proprie barriere naturali, gli ingressi nel paese di persone provenienti dagli altri paesi cirmaniani e dai clan nanici della futura Dwarventrock son sempre stati piuttosto consistenti. Ciò provocò la nascita di un autentico mercato di schiavi: lo schiavismo nel paese è vietato (con delle limitazioni) solo nei confronti dei cittadini, che diventano tali comprando un Documento Identificativo. Sfruttando la mancanza di normative che vietassero la pratica, molti imprenditori assumevano delle guardie private per vigilare i confini: una volta lì, le guardie “accoglievano” gli entranti promettendo loro un lavoro e un viaggio sicuro sino alla città più vicina (o alla città del posto di lavoro promesso). Veniva fatto loro firmare un contratto che specificasse la somma che il migrante doveva al suo datore di lavoro, di solito piuttosto alta: una volta giunto a destinazione, al migrante veniva proposto uno stipendio da fame, che gli impediva di ripagare il suo debito se non lavorando dalle 14 alle 20 ore al giorno per almeno un decennio. Nacque una rete di sfruttatori capace di generare migliaia di morti sul lavoro e la creazione di un sistema economico-politico basato sullo schiavismo. Le condizioni degli schiavi, inutile dirlo, erano terribili: il potere del padrone sullo schiavo era assoluto ed essi erano trattati come mera proprietà privata, senza che avessero più diritti di quelli che deterrebbe un sasso.

Fu in questo contesto che si mise in mostra la figura di Gerard Moscau, detto Gerry il Guercio. Gerard Moscau era un umano che, all’età di 17 anni, si ritrovò orfano. Nel -150, poco dopo la morte del padre, scappò da Donnington (allora Regno di Cirmaea Occidentale) e incappò nella trappola spiegata in precedenza. Finì nelle mani di un elfo di nome Hyjlian Bushergt, un ricchissimo ex-mercante che finì col gestire una rete di bordelli, di cui era anche il primo sfruttatore. Gerard, che dai resoconti viene descritto come un uomo estremamente di bell’aspetto, venne inserito nella rete di prostituzione di Bushergt e più volte abusato da quest’ultimo e da sua moglie, l’umana Evelyn Von Krugen (di palesi origini wirbeliane). Se già Hyjlian non si risparmiava in violenze psico-fisiche, Evelyn era indubbiamente persino peggio: ella era una persona sadica che traeva un chiaro piacere sessuale nella tortura. Gerard finì con il divenire uno dei “giocattolini” preferiti della coppia e subì indicibili violenze: lui stesso raccontò come il suo occhio sinistro venne cavato con delle pinze arroventate da Evelyn stessa durante un amplesso particolarmente violento. Una settimana dopo la perdita dell’occhio, il -148/2A/2, Moscau venne nuovamente convocato dalla coppia, ma questa volta si organizzò per evitare di perdere completamente la vista o la vita. Sfruttando la sua retorica e il suo fascino, convinse gli schiavi addetti alla cucina ad avvelenare il cibo delle guardie che stazionavano all’ingresso della “stanza dei giochi” di Evelyn e Hyjlian. L’elfo Helleon Kint, bardo del palazzo e anch’esso schiavo, fu convinto da Gerard a partecipare al complotto. Egli si mise nei pressi della stanza a suonare una melodia piuttosto vivace, che mutò in un motivo funebre non appena vide le guardie cadere. Il cambio di melodia, era stato concordato dai due, implicava il “via libera” alla vendetta: con le guardie alla porta passate a miglior vita, nessuno sarebbe intervenuto a fermarlo. I corpi di Evelyn e Hyjlian non vennero mai trovati ma, stando a quanto si racconta, è molto meglio così.

Con l’omicidio della coppia, il caos nel palazzo e le armi ottenute, Gerard Moscau poté sterminare un numero elevatissimo di guardie. Non solo: più avanzava nella villa dei Bushergt-Von Krugen, più gli schiavi lo seguivano, al punto che il gruppo divenne una sorta di associazione terroristica paramilitare. Iniziarono la loro attività fra le mura della città di Yen, ma si espansero rapidamente sino a diventare una complessa e organizzata rete terroristica che si rese partecipe di diversi attentati. I due più famosi furono l’esplosione di Piazza del Conio del II mese del vento del -147 e, soprattutto, l’esplosione della zecca di Kist del -145: quest’attentato, che causò un’ottantina di morti, fu quello dal più grande valore simbolico.

Per capire il significato dell’operato di Moscau, dunque, è necessario capire chi fossero i decisori politici di Cotton Can: l’attuale sistema chrimatocratico non era ancora formalmente nato, per quanto formalmente vigeva un sistema tutto sommato similare. Se da un lato Cotton Can faceva gran vanto di essere un non-stato, una repubblica di uomini liberi consociati in un regime pressoché anarchico fondato sulla parità, dall’altro la realtà era completamente diversa. Come chiunque abbia un minimo di ingegno può facilmente intuire, essa non era che mera retorica. In un qualsiasi gruppo sociale comanda sempre chi detiene il maggior quantitativo di forza e Cotton Can non faceva eccezione: le milizie private che difendevano le grandi aziende costituivano il de facto esercito irregolare del paese, per cui chi controllava il maggior numero di milizie controllava il paese. Fu così che si formò, seppur informalmente e in data ignota, il Comitato dei 5, un gruppo formato dai 5 uomini più ricchi (e quindi dotati della maggiori milizie private) della nazione. Al momento della crisi terroristica Moscauvita, il comitato era formato da: Kelly Kist, signora indiscussa della Banca Centrale di Kist; Doulgrur De Croci, un nano di famiglia flumea e grande produttore di armi; Jean Arwaneal Krugric, il mezzelfo che aveva ereditato la Krugric Bank di Real; Stephan Morgenthean, schiavista proveniente dalla Slave Oaden; infine Gregory Finiret, detentore dei diritti commerciali sul porto di Light of the South. I cinque si riunivano una volta all’anno e finirono col creare un sistema che potesse rafforzare il loro potere, chiudendo volontariamente gli occhi sui crimini (omicidi, faide private, violazioni dei diritti umani) commessi dagli altri membri del Comitato. Dopo l’esplosione della zecca di Kist, i 5 si resero conto di come nemmeno nella loro condizione fosse possibile frenare l’ondata terroristica; inoltre, grazie ai loro servizi di spionaggio, si resero conto di come buona parte della popolazione povera della costa meridionale vedesse assolutamente di buon occhio i terroristi, tanto che molti scapparono dalle loro città per unirsi a loro. Onde frenare questa avanzata, era necessario un vero e proprio apparato di governo esplicito, che portò alla formazione del Congresso Nazionale, una camera formata dai capi delle 50 aziende più potenti (in termini di milizie militari) che potesse prendere decisioni politiche coerenti e reprimere la rivolta Moscauvita, che prendeva sempre più la forma di un’autentica rivoluzione. Mentre le formazioni terroristiche/rivoluzionarie di Gerry il Guercio divenivano sempre più forti, pervasive e violente, si formavano le prime spaccature, che generarono quattro principali fazioni: gli NGV, che si ispiravano alle idee di Karghurka Boricevic, l’economista vivingradino padre del modello NGV; i Cittadini, che si ispiravano al modello consociativista tipico del Gruneclanerde (che verrà approfondito nel capitolo su Antica Goliath), che prevedeva il raggiungimento di concordati fra lavoratori e investitori per normare la vita politica ed economica del paese; i Militaristi, che volevano instaurare un regime fortemente militarizzato che eliminasse gli attuali padroni e ponesse Gerard Moscau a capo della nazione; gli anarco-nazionalisti, che volevano creare una confederazione di comuni, collaborativi fra loro, che si scambiassero gratuitamente beni e servizi all’interno di Cotton Can. Le spie del neonato Congresso Nazionale si infiltrarono nella rete sfruttando principalmente le maglie larghe dei Cittadini, che sembrarono i più facili da penetrare. Per i ribelli fu un disastro: i Cittadini, segretamente manipolati dal Congresso, finirono con l’ostacolare la rivolta nel momento decisivo: difatti la capitale Kist non era di certo pronta a reggere l’impatto della rivolta, lacerata com’era da un conflitto interno fra milizie private e ribelli, e perciò Moscau preparò e propose l’assalto alla capitale per prendere il potere una volta per tutte.

Le milizie ribelli si erano organizzate, curiosamente, in un modello speculare a quello che Cotton Can aveva appena superato: Moscau aveva organizzato le milizie rivoluzionarie sotto la guida del Coordinamento Armato Rivoluzionario (CAR), ovvero un gruppo formato da Moscau e dai leader delle 4 fazioni, che potevano scegliere il loro leader in modo autonomo. Il leader dei Cittadini era Marcus Springer, un contadino che si era unito all’armata dopo che questa aveva sostanzialmente conquistato le campagne nei pressi di Yen: di carattere indeciso e probabilmente anche in condizioni di salute critiche, Springer propose di aspettare che fosse una rivolta interna a far cadere Kist, intervenendo solo per dare il colpo di grazia al Congresso. Il leader dei Cittadini, il cui movimento era in parte manipolato dal Congresso, aveva ricevuto informazioni fallaci sulla potenza militare delle milizie a protezione della capitale ed era ben conscio del fatto che la maggioranza degli abitanti di Kist vicina al movimento rivoluzionario concordava con le posizioni della sua fazione, per cui riteneva politicamente conveniente entrare in una città sostanzialmente presa dai suoi alleati più diretti. I Militaristi si resero conto del calcolo politico di Springer e, appoggiati da Moscau e NGV proposero di entrare subito in città e combattere faccia a faccia con le milizie, mentre gli anarco-nazionalisti, che erano la più giovane delle formazioni rivoluzionarie, vedevano di buon occhio la posizione di Springer, anche per avere più tempo per ottenere potere e influenza. Nonostante la maggioranza di 3/5, onde evitare spaccature irreparabili, Moscau commise l’errore di assecondare Cittadini e Anarco-nazionalisti, decidendo di rinviare l’assalto a Kist di un mese. In quel mese, tuttavia, il Congresso riuscì efficacemente a tramutare il proprio potere economico in potere militare, acquistando i servizi di armate mercenarie da Elvenhart e Tobrutsk. Le due armate più famose erano le leggendarie Frecce Rosse, a maggioranza elfica e provenienti da Shellinson, e l’Armata della Notte di origine apsuriana. I soldati mercenari sbarcarono a Dolphin Bay, a Waynland (che stando alle leggende, ricostruì l’intera capitale grazie ai quintali d’oro ricevuti da Cotton Can per permettere lo sbarco dei mercenari), e scesero varcando il confine. Mentre le Frecce Rosse scesero direttamente a Kist, l’Armata della Notte distrusse completamente Yen e Lev, sterminando migliaia di persone ma tagliando anche i rifornimenti e le comunicazioni coi rivoluzionari accampati fuori Kist. La notizia della caduta di Yen impiegò una settimana ad arrivare alle orecchie di Gerry il Guercio: il leader dei rivoluzionari convocò nuovamente il CAR che, questa volta, decise unanimemente per l’attacco. Ma era ormai troppo tardi. La rivolta di Kist fu in buona parte soppressa, liberando parte del peso dalle milizie private che poterono cominciare a difendere le mura cittadine. L’obbiettivo del Congresso non era eliminare i ribelli ma resistere abbastanza da far arrivare i rinforzi mercenari, ed effettivamente fu così che andò. Dopo soli tre giorni di assiedo arrivarono le Frecce Rosse, che circondarono i ribelli creando un ulteriore stallo di cui approfittò l’Armata della Notte, che il -143/1F/9 sbaragliò e costrinse alla ritirata l’esercito rivoluzionario, cui le Frecce Rosse tagliarono la fuga. Lo stesso Moscau morì colpito proprio da una freccia e la rivoluzione venne soppressa nel sangue. Nonostante la vittoria, Cotton Can si ritrovò a doversi scontrare con la realtà: il suo modello politico, per sopravvivere, era dovuto passare dall’anarchia completa all’istituzione del Congresso, senza il quale mai il modello cottoniano sarebbe sopravvissuto. Per questa ragione nel -141 i 50 membri del Congresso scrissero la Tavola dei Valori.

La seconda Repubblica Cottoniana

Non ci sono dubbi che, nonostante qualche sporadica rivolta, la Seconda Repubblica Cottonianasia stata decisamente stabile. Nel -141, dopo la Rivolta Moscauvita, il Congresso creò la Tavola dei Valori, una sorta di costituzione cottoniana. Essa prevedeva il divieto di ogni forma di tassazione, limitò lo schiavismo (vietando la pratica spiegata in precedenza), istituiva la nascita di un Comitato di Coordinamento delle Milizie Private (CCMP) delle imprese, fece nascere un ministero degli esteri per facilitare le comunicazioni con il resto del mondo, formalizzò la struttura del Congresso, che venne confermato con la struttura che aveva acquisito durante la guerra. Durante questa fase, Cotton Can visse in maniera piuttosto tranquilla: il CCMP soppresse la nascita di rivolte particolarmente violente prima che potessero divenire gigantesche come durante la rivolta Moscauvita. Tuttavia il mantenimento di un corpo diplomatico, di un coordinamento militare e di una prima bozza di burocrazia aveva un costo: ciò convinse il Congresso a creare una Banca Nazionale degli Investimenti (BNI): essa aveva lo scopo di mediare fra prestatori privati cottoniani e richiedenti provenienti da paesi esteri. Questo ruolo di coordinamento e disbrigo delle pratiche poneva la banca in una posizione mediana, nel quale riceveva prestiti da privati cittadini cottoniani per prestarli, in

Staal Kirrendur

valuta convertita od oro, a cittadini del resto del mondo con un interesse piuttosto alto. Questa posizione mediana venne considerata piuttosto sicura: inoltre, essa garantiva al Ministro degli Esteri cottoniano di utilizzare il denaro per compiere decisioni politiche a livello internazionale. La lista dei “prestiti politici” della BNI è pressoché interminabile: nel -121, onde favorire il commercio con i nani, finanziò la costruzione del Muro di Gorum; nel -105, finanziò gli gnomi della Baia dei Diamanti, con cui Cotton Can era solita commerciale, contro la Conquista di Marielle la Magnifica; fra il -70 e il -68 finanziò il clan Dwarventrock e gli Halfling di Lilyrock nella guerra contro gli orchi di Skakgut; nel 0, acquista l’isola di Mantis da Elvensard; nel +12, finanzia i progetti industriali di Dwarventrock in cambio della collaborazione allo sviluppo della tecnologia industriale; nel +16, sostiene quasi ¾ delle spese complessive per la costruzione del Canale di Ripsiu, e così via. La situazione politica cambiò tuttavia con la grande crisi del +22: il disastro economico dovuto alla Guerra di Wirkham e l’inizio della crisi commerciale di Elvenhart, causata dalla faida commerciale (e poi militare) fra Elvensard e Dwarventrock, si sommeranno al disastroso inverno del +22, in cui il freddo intenso aveva causato una devastante carestia. Improvvisamente la BNI si ritrovò piena di creditori falliti, non più in grado di restituire i crediti ricevuti. In questo contesto disastrato, la fiducia nei confronti del CCMP (i cui membri rifiutarono di lavorare finché non sarebbero stati pagati) venne meno e le varie imprese decisero di tagliare sugli investimenti per acquisire nuove milizie: non è un mistero che diverse famiglie, fra cui i Kist, i De Croci e i Willem stessero progettando un autentico colpo di stato. In questa situazione, si arrivò al +23 in cui la BMI si ritrovò nella paradossale situazione di essere insolvente: i De Croci e gli Scatat, innervositi dalla situazione, valutarono l’idea di assaltare la BMI per pignorare “arbitrariamente” gli uffici della stessa come compensazione del debito. I Willem, alleati con i Kist, pur avendo un grosso credito nei confronti della BMI, sapevano che se i De Croci avessero attaccato la banca non avrebbero mai rivisto nemmeno un Taller del loro credito nei confronti dell’impresa. Fu per questa ragione che tutti i maggiori gruppi commerciali del paese schierarono, proprio all’interno di Kist, le proprie milizie irregolari pronte a scatenare un vero e proprio conflitto. A salvare la situazione fu uno dei principali personaggi della storia di Cotton Can, Staal Kirrendur. Figlio di immigrati nani di origine golithiana, Staal era riuscito a fondare un impero commerciale basato sull’estrazione e il commercio nel carbone. Cresciuto in una condizione di povertà, aveva sfruttato le proprie doti di esplorazione e i propri contatti in patria per mettere su una piccola ditta di estrazione che, nel giro di dodici anni si trasformò in un impero: si stima che nel +21 Staal Kirrendur detenesse un reddito superiore a quello della corona di Dwarventrock (cui concedeva colossali prestiti o persino donazioni).

Staal fece riunire le parti nel suo palazzo, dove (stando a quanto riportano i resoconti) fece notare ai partecipanti un dettaglio: con i crediti e i mezzi che aveva, avrebbe potuto costringere l’esercito di Dwarventrock a combattere contro tutte le altre fazioni, vincere e farsi nominare Governatore di un protettorato di Cotton Can a guida di Dwarventrock. Quando gli fecero notare l’immoralità del gesto, Staal si limitò a obiettare che in quello strano paese la moralità non era mai esistita, dato che l’egoismo era un valore fondante della nazione: in estrema sintesi, arrivò a provocare, quello era un atto patriottico. Onde evitare conflitti propose una maggiore regolamentazione dell’apparato pubblico, una cosa che per i cottoniani era al limite del blasfemo: le parti, seppur a malincuore, dopo tre giorni di discussioni arrivarono ad accettare la proposta di Staal, creando quello che, sostanzialmente, è l’attuale apparato politico di Cotton Can. Lo stato avrebbe abolito le milizie private e formato un proprio esercito (o un canale unico per l’acquisto di mercenari) e un vero apparato burocratico, gestito da un Consiglio Amministrativo (con funzioni simili a un Governo) selezionato dai proprietari delle maggiori quote dello stato. Nonostante qualche occasionale riforma, questo sistema è in vigore ancora oggi.

Società

È difficile identificare una società cottoniana come un solo apparato unico e univoco a causa della sua gigantesca spaccatura fra diverse classi sociali. Ricchi e poveri, borghesi e operai, deboli e forti vivono vicini, per quanto separati spesso da quartieri pressochè militarizzati, senza interagire praticamente mai, formando reti di sottoculturale non solo locali, ma persino diverse fra quartiere e quartiere. Nei quartieri più poveri la cultura cottoniana, comunque pervasa da quell’egoismo e individualismo tipico dei locali, ha portato al mito del sopravvissuto, di colui che è riuscito a non morire fino a una certa età con mezzi legali e soprattutto non. Tipicamente coloro che spiccano sono i “gangster” di questi ghetti, tendenzialmente i capi criminali capaci di tenere il territorio con la forza e la violenza. La figura del gangster non è vista come negativa negli slums: egli è difatti visto come colui che tutti sarebbero se ne avessero l’opportunità.

Nelle aree più ricche il discorso è ben diverso. “Un uomo vale non più della somma dei suoi redditi e proprietà” sono soliti dire i ricchissimi imprenditori cottoniani. Per essi il denaro non è solamente un modo per acquistare beni e servizi, ma un simbolo di quanto siano stati abili nella vita, senza curarsi delle conseguenze delle loro azioni. Quanto più si è ricchi, quanto più si è validi e questo al netto della propria cultura, charme od eleganza. A fondare questo criterio non è solo la cultura locale, ma anche la fede: il dio Horatius, venerato in tutte le aree ricche del paese quasi all’unanimità, tende secondo il mito a donare ricchezze ai meritevoli: è logico, dunque, che chiunque sia nato ricco o lo sia diventato è esclusivamente perché ha ottenuto i favori del dio.

Magia

Per i cottoniani la magia non è che una delle mille facce del capitalismo. Non a caso quasi tutta la pratica magica che viene adoperata nel paese è quella che può essere venduta, come ad esempio la magia delle pergamene, delle pozioni nonché delle iatture. Se da un lato questo tipo di attività esistono in tutta Swirlenheim, dall’altro a Cotton Can detengono il monopolio del potere magico. Mentre nei quartieri più ricchi abili stregoni insegnano la magia a giovani apprendisti, nelle botteghe di periferia capita spesso che i padri insegnino ai figli a creare quelle 10/15 pergamene magiche utili a tirar su abbastanza Taller da pagarsi da mangiare e nulla più. Ben più problematico è il rapporto degli slums con la magia. La gang che sale al potere, solitamente, è solita vietare la magia nella loro  area, onde evitare di creare minacce al loro potere: questo ha creato un florido mercato nero di pergamene fra dentro e fuori la città.

Le pergamene non sono l’unico strumento di contrabbando magico. Nelle notti buie delle grandi città, lì nelle periferie laddove metropoli e slums si incontrano, ricchi imprenditori scortati da guardie fedeli solamente al conio incontrano potenti maghi neri, detti negromanti, che attraverso maledizioni e oscuri rituali maledicono i loro rivali in affare o in amore, pagando in oro e sangue il prezzo per tali oscuri incanti.

Lingua e Nomi

Poche cose a Cotton Can sono rare come un locale che parla il cirmaniano: in quanto lingua franca per comunicare e commerciale con l’estero, a Cotton Can si è sempre parlato praticamente solo il comune, relegando il cirmaniano a particolari contesti culturali, come ad esempio le opere teatrali e la musica provenienti dal resto del continente. In particolare nelle fasce più povere della popolazione il cirmaniano è letteralmente scomparso, al punto che le giovani generazioni sono in grado di capirlo (grazie alla somiglianza col comune) ma non di parlarlo.

I nomi umani maschili più comuni a Cotton Can sono Noah, Oliver, Elijah e James, mentre quelli femminili più facili da incontrare sono Emma, Charlotte, Amelia e Sophia. Se per i cognomi Cotton Can usa la normale regola del cognome del padre, per i nomi la questione potrebbe essere più complessa: capita di tanto in tanto che le grandi aziende paghino le donne incinta dei ceti più poveri affinchè chiamino loro figlio con il nome della loro azienda onde fargli pubblicità. Non è dunque improbabile trovare bambini che chiamati Jerry’s Waters, Adrians’ Meats o persino Kistbank, il tutto a prescindere dalla loro razza.

Moneta

La moneta di Cotto Can è il simbolo del potere di questa nazione e la sua forza sulle altre valute ha spesso causato scompensi e problemi a tutti gli altri paesi. Il Taller (TC+) ha un valore pari 20,83 MO ed è l’unica valuta ad avere un valore nettamente superiore alla Moneta d’oro. Nonostante il suo valore assolutamente esagerato, la moneta di taglio più piccolo è proprio il mezzo decimo di Taller (soprannominato “bronzino” dai locali per via del suo colore), il quale ha un valore pari a circa una moneta d’oro. Questa stranezza è presto spiegata alla luce dei prezzi di Cotton Can: nel paese, non a caso meta preferita di pressoché tutti gli avventurieri giramondo, buona parte dei beni ha un costo circa 5/6 volte più alto che nel resto del mondo, ragion per cui è praticamente impossibile che un bene costi meno di una moneta d’oro. Per ovviare a ciò, gli Slums sono soliti non utilizzare i taller ma delle vere e proprie tessere annonarie gestite dalle gang al potere o addirittura il baratto, il che non fa che aggravare la loro già misera condizione di vita.

Religione

Come è ampiamente prevedibile, il dio più venerato nella ricca Cotton Can non può essere che il dio cui si associa la nascita stessa della patria cottoniana, il mercante Horatius. In tutte le città è possibile trovare ricchi mausolei incastonati dentro banche o grattacieli dedicati alla divinità, che con la sua morale flessibile e i suoi valori, basati sull’ordine, il denaro e il “sacro egoismo”, incarna perfettamente i principi del popolo cottoniano. Questo non esclude l’esistenza di altre fedi, che sono altrettanto rispettate e accettate in tutto il paese che viene considerato un faro della libertà di culto. Questa libertà tanto elogiata nelle grandi città è spesso un problema negli slums: non perché non venga applicata, ma perché ha permesso a culti negromantici come quello delle Sorelle Vinucikkam o crepuscolari come quello di Niggurath di crearsi un buon seguito. Fra i culti più popolari nei membri delle gang che controllano il territorio degli Slums ci sono quello dell’Esorcista, signore dell’assassinio, nonché qualche setta deviata del culto di Xoon, che ritiene “omaggiare la dea” l’uccidere il prossimo.

Arte

I ricchi cottoniani, prevedibilmente sono grandi appassionati d’arte, in particolare l’arte pittorica e l’architettura. Le case dei ricchissimi imprenditori cottoniani sono spesso decorate con decine di quadri di autori di tutto il mondo, che vengono solitamente ospitati da ricchi mecenati per mesi o anni al fine di dipingere opere variegate per arredare le abitazioni e/o creare vere e proprie collezioni private.  Per lavorare con un mecenate cottoniano un artista non deve solamente dipingere il quadro, ma deve essere anche particolarmente abile a capire come il quadro si sposerebbe con il ricco arredamento dell’abitazione del mecenate: non è difatti raro che gli stessi artisti, a loro volta, assumano degli esperti di arredamento per ottenere consigli o idee sulla realizzazione o l’ubicazione dei quadri. Ad oggi, l’arredatore d’interni è uno dei lavori più in voga e genera un fatturato davvero non indifferente.

Dal punto di vista architettonico Cotton Can potrebbe risultare molto divisiva: non esistendo un vero e proprio organo di pianificazione del territorio, le città possono spesso sembrare caotiche e incomprensibili, generando mix di generi assolutamente indistinti che però, nel tempo, ha per molti sviluppato un suo fascino molto particolare. Questa totale anarchia ha tuttavia spesso generato scelte molto discutibili: la sede della capitale della Molnàrjiz, un’azienda che gestisce diverse cliniche del paese, è stata spesso discussa per la sua forma a siringa rosa shocking, una scelta che molti ritengono un po’ eccessiva.

Governo

Lo stato è regolato da una Chrimatocrazia e gestito come fosse un’azienda privata: Cotton Can emette 100 quote azionarie, chiamate Cotoni: un Cotone permette di avere un voto al Congresso per i successivi tre anni. Per tutto il resto, il Cotone funziona come un normalissimo titolo azionario: può essere venduto, comprato, mandato a scadenza e così via. Il Cotone non garantisce ne fornisce alcun rendimento: dovranno essere i compratori ad utilizzare il potere acquisito per garantirsi un ritorno economico utilizzando il potere politico per aiutare le proprie aziende, senza ovviamente avere diritto ad accedere a fondi pubblici dato che Cotton Can non ne prevede alcuno.

Il costo medio attuale di un Cotone, al momento dell’emissione, è intorno ai 10 miliardi di Monete d’oro, per quanto il suo valore (che oscilla in base alla domanda e all’offerta) cala man mano che ci si avvicina alla sua scadenza triennale. Il Congresso prende il grosso delle decisioni politiche sul destino della nazione e si riunisce una volta a settimana, precisamente la domenica mattina, fornendo al Consiglio Amministrativo le indicazioni sugli obbiettivi da raggiungere. Il Consiglio di Amministrazione è l’organo tecnico ed esecutivo del paese: è formato da un numero variabile di membri stipendiati dal Congresso e possono essere licenziati (o assunto) in qualsiasi momento se la maggioranza semplice del Congresso approva la decisione.

Dal canto suo, il Consiglio Amministrativo non ha il diritto (formale) di iniziativa legislativa e deve limitarsi a obbedire agli ordini della maggioranza del Congresso: inoltre, ogni sua decisione deve essere adeguatamente motivata e il Congresso può decidere di bloccare qualsiasi legge proposta dal CdA con una votazione a maggioranza. Fra i membri più eminenti, o più di fiducia, del Consiglio di Amministrazione vengono scelti i Dirigenti di settore, che altro non sono se non l’equivalente dei ministri.

Il testo costituzionale scritto dallo staff di Staal Kirrendur è chiamato Seconda Tavola dei Valori ed è l’unico limite al potere del congresso: spicca, fra le (in realtà poche) norme del testo, il divieto di vendere Cotoni a chi non abbia un documento cottoniano e il divieto assoluto di imporre tasse alla popolazione: lo stato, difatti, può finanziarsi solo con la vendita dei Cotoni o con prestiti concessi agli altri stati.

Forze Armate

Cotton Can non dispone di un esercito regolare, ma è solito pagare riccamente le truppe mercenarie ben sapendo che è impossibile che questi tradiscano il paese, dato che nessun altro stato sarebbe in grado anche solo di rivaleggiare con una loro offerta. Le truppe mercenarie possono essere di due tipi: i “Cinturoni d’oro”, uno sparuto gruppo di soldati d’elitè al servizio dello  Stato e stipendiati dal congresso, e i “Cinturoni d’Argento”, ovvero il grosso delle armate mercenarie sottoposte al servizio dei membri del Congresso e che devono fedeltà solamente al loro finanziatore. I Cinturoni d’Argento sono Coordinati dal CCMP (Comitato di Coordinamento delle Milizie Private), il quale a sua volta è retto da membri di alcuni del Consiglio di Amministrazione e dal leader dei Cinturoni d’Oro. Cotton Can non viene ritenuta una grave minaccia militare, ma la sua capacità di mobilitazione pressoché infinita e il peso diplomatico della sua potenza economica tendono a tenere il paese piuttosto al sicuro

Politica

L’attuale Congresso è così composto: Kirrendur, Imprenditori nel mondo della Produzione industriale NDT, 18 Cotoni; Pastkon, Costruttori di Aereonavi, 15 Cotoni; Kist, Banchieri della “Kistbank”, 12 Cotoni; Famiglia Rozo, Prestatori e consulenti di investimento, 10 Cotoni; Danielson, Produttori di Navi, 9 Cotoni; De Croci, Mercanti di armi, 7 Cotoni; Willem, Imprenditori nel settore Moda, 6 Cotoni; Molnàrjiz, Imprenditori nel settore della sanità, 5 Cotoni; Homondor, Imprenditori dell’edilizia, 5 Cotoni. Altre famiglie minori detengono dagli 1 ai 4 cotoni a testa.

Il Presidente del Consiglio di Amministrazione è il mezzelfo Francois Elleron Ludd, un mezzelfo. Ha lavorato a lungo per la Kist Bank e l’azienda dei Pastkon

Stemma