
Scheda
| Forma di Governo: | Monarchia Parlamentare |
| Nome effettivo: | Regno di Briand |
| Razze: | Elfi 35%, Umani 35%, Mezzelfi 20%, Gnomi 5%, Altro 5% |
| Capitale: | Fores |
| Popolazione: | 18.000.000 ab. |
| Estensione: | 118.550 KM2 |
| Densità: | 151,8 ab./KM2 |
| Capo di Stato: | Re Jacques IV |
| Capo di Governo: | Gilles Moreau |
| Fondata nel: | -124 |
| PIL: | 46.800.000.000 MO (7°/23) |
| PIL pro-capite: | 2.600 MO/Anno (5°/23) |
| Tasso di alfabetizzazione: | 55% |
Storia
Le origini: l’era di Re Defiànt (-128/-110)
Briand è la più antica fra le nazioni di Tobrutsk, essendosi resa indipendente quattro anni prima della fine dell’Impero Flumeo e avendone, insieme agli NGV di Vivingrad, causato essa stessa la fine. La civiltà briandina come la conosciamo oggi è da rinvenirsi proprio nell’antico impero: prima dell’arrivo flumeo nella zona non vi vivevano che piccoli villaggi umani in eterna lotta con gli elfi dei boschi. L’Impero Flumeo, dopo aver occupato l’area montana da Niet e Morenkav a seguito dell’alleanza coi nani di Zakav, decise di scendere verso sud per costruire un porto a Juliette per commerciare (e in futuro conquistare) la costa orientale di Elvenhart. Per facilitarsi la conquista, stipularono un accordo con gli elfi dei boschi, che decisero di sacrificare la loro sovranità in cambio della distruzione dei villaggi umani. Gli elfi formarono delle unità militari, chiamate Scoia’tael, e aiutarono i flumei a scacciare i villici proto-briandini. La costruzione delle moderne città briandine venne affidata proprio agli elfi: Irvine, Fores e Ladamoise portano nomi elfici proprio per questa ragione. La dominazione flumea persistette fino al -128 quando, con un voltafaccia non del tutto imprevedibile, gli Scoia’tael decisero di tradire l’impero e formare un proprio regno. La frustrazione dei guerriglieri elfici era motivata principalmente da ragioni etniche: infatti, l’Impero Flumeo aveva imposto in tutto il suo territorio il Flumeo come seconda lingua ufficiale (affiancandosi al comune), prevaricando anche l’elfico. Tuttavia, l’elfico aveva finito con l’imbastardirsi, fondendosi con il flumeo stesso: nacque quello che oggi conosciamo come briandino, una lingua parlata quanto dagli elfi, quanto dai nani, quanto dagli umani. La lingua comune finì con l’essere un motore importante per il sentimento nazionalista briandino, che aveva ormai superato le barriere razziali. Guidati dal capo degli Mithril, Defiànt I, gli eserciti briandini marciarono da Coiren sino a Fores, dove umiliarono con una vittoria fin troppo semplici i soldati del decadente impero Flumeo grazie alle incursioni della devastante cavalleria leggera degli Scoia’tael, la stessa cavalleria che ben 320 anni dopo è ancora il fiore all’occhiello dell’esercito briandino. L’impero flumeo, oramai letteralmente spezzato in due parti, non poté che sfaldarsi nel giro di pochi anni: a nord, i nani dell’NGV vivingradino reclamarono i loro territori montani, mentre a sud i feudatari di Wirbel ne approfittarono per autoproclamarsi re.

Dopo l’abdicazione dell’imperatore Alexander, che decise di porre fine all’esperienza imperiale, Defiànt decise di convocare una riunione che coinvolgesse tutti i “re” o capi di stato sorti prima e durante la caduta dell’Impero: dei 19 partecipanti, solo Marielle la Magnifica e Grideth Bogdanov potevano competere con l’ex leader degli Scoia’tael per importanza e fama. Dopo oltre tre settimane di riunione, si giunse all’arcinoto Accordo dei Re, con cui venne spartito il territorio dell’ex-impero e con cui venne sancita la clausola del duello per singolar tenzone dopo i tre anni di conflitto: fu proprio Defiànt a proporre questa clausola.
Il secondo obbiettivo del re briandino fu quello di sopprimere nel sangue la rivolta NGV nelle montagne a nord del paese: alcune città naniche, ispirati dal modello economico-politico della vicina Vivingrad, decisero di corazzare le loro città nelle montagne e fondare la Repubblica NGV di Bar’Zajkt. I nani si aspettavano di ricevere qualche forma di supporto dalla vicina Vivingrad che, invece, non gli concesse nemmeno il riconoscimento diplomatico, poiché troppo interessata a mantenere rapporti di buon vicinato con Briand. L’assedio alle città-montagne fu rapido e indolore per Re Defiànt, che dimostrò di avere non solo una forte cavalleria, ma anche delle ottime spie: stando a quanto viene riportato dai rapporti dell’epoca, le porte delle città vennero aperte quasi sempre da infiltrati, permettendo all’esercito briandino di marciare dentro le città e massacrare i ribelli con estrema facilità. Secondo molti storici, tuttavia, questa vittoria diede una sorta di senso di onnipotenza al re, che cominciò a divenire sempre più arrogante, autoritario e vanesio.
In primis, lungo tutto il territorio briandino, si scatenò una sorta di paranoia anti-NGV: questa paranoia portò a scontri sociali, esecuzioni sommarie e un inasprimento della censura. Chiunque osasse criticare il re veniva tacciato di essere “un filo-NGV” e, nella stragrande maggioranza dei casi, ghigliottinato.
In secundis, Briand si ritrovò a perdere l’isola di Ulendar a panaggio di Elvensard, come spiegato nella scheda sulla Confederazione di Seawood.
Infine, il re avviò una serie di campagne militari: dapprima conquistò il Regno di Noktator (-119), che venne trasformato in uno stato vassallo, e in seguito attaccò il territorio dell’attuale Fiumino, sconvolta da un evidente vuoto di potere. Dopo aver preso Cortinarius e Domus, la cavalleria briandina avanzò sino alla capitale Gotica (oggi Mora): questa mossa provocò non pochi mal di pancia interni allo stato briandino, poiché Gotica era vista come città sacra dal culto di Iomedae, Shelyn e Sarenrae, che andavano per la maggiore. Mentre a Fores e Irvine scattavano rivolte e sommosse, da Fiumino emerse la figura di Priamo II: questi non solo fomentò le rivolte, definendole “un dovere di ogni fedele”, ma riunì anche una mastodontica armata di paladini che venne schierata alle porte di Mora. Non vi fu nemmeno una battaglia: stando a quanto si racconta, nel vedere le migliaia di armature e scudi scintillanti illuminati dal sole, Defiànt si limitò a dire ai suoi generali “Qui abbiamo finito. Torniamocene a casa”.
Tuttavia, la popolarità di Defiànt dopo quell’inutile campagna militare era giunta ai minimi storici: Francois Delacroix, cugino del re e fervente fedele di Sarenrae, riuscì a organizzare un complotto ai danni del re, che fu eliminato prima di poter rimettere piede a Fores. Il generale, supportato dall’esercito, si fece proclamare Re di Briand dall’arcidiacono della chiesa di Iomedae e trasformò il paese in qualcosa di molto simile a una teocrazia.
L’era dei Cavalieri: dal -110 al +89
Fin dalla sua nascita, Briand ha potuto contare su un esercito devastante: la sua cavalleria, in particolare, è tra le più forti, coraggiose e leali al mondo. I cavalieri vengono nominati direttamente dal re, il quale concede loro questa onorificenza solo dopo diversi anni di accademia. Può nominare anche una persona esterna all’accademia, a patto che questa si sia distinta per azioni particolarmente eroiche. In più, da dopo la Guerra delle Tre Teste, è tradizione che anche il Capo dei Paladini di Gotica venga nominato cavaliere, per quanto questi non debba in alcun modo giurare fedeltà al Re.
Questa istituzione risale proprio ai tempi di Re Francois I, che istituì il Sacro Ordine dei Cavalieri di Iomedae, un’istituzione che traeva evidente spunto dai paladini flumei. Gli anni della stirpe dei Delacroix, furono caratterizzati proprio da queste figure che, spinte e condizionate dall’influentissimo clero locale, finirono con il divenire a tratti più potenti del re stesso, che doveva chiedere la loro benedizione per approvare pressoché qualsiasi legge. Questi anni furono tuttavia piuttosto tranquilli per Briand che, così governata, trovò una marcata stabilità politica che gli permise di crescere molto dal punto di vista economico.
Questa tranquillità perdurò fino al +68, quando il peggior incubo di Briand, ovvero la nascita di un potente stato unitario al centro di Tobrutsk, divenne realtà: il sorgere di Wirbel per mano di Zivelora e Griffith fu un trauma per Briand che, per prima cosa, rimilitarizzò Noktator, dichiaratamente nelle mire panwirbeliste dei due statisti. Temendo la guerra, Briand avviò un radicale programma di potenziamento dell’esercito, per il quale vennero chieste pesanti tasse alla popolazione: l’economia briandina smise di crescere e incontrò una drammatica crisi recessiva. Tuttavia questo programma di rimilitarizzazione non passò di certo inosservato: Fiumino e Vivingrad, militarmente non fortissime, temevano che Briand volesse coprire le lacune in politica interna con una politica estera aggressiva, per cui formarono con Wirbel un’alleanza anti-briandina, denominata “Il Triangolo di Tobrutsk”. Le cause, l’andamento e le conseguenze della Guerra Briandino-wirbeliana sono spiegate nel capitolo dedicato a Wi
L’età delle Rivoluzioni: dal +93 al +101
La stirpe dei Delacroix fu decimata dalle tre rivoluzioni briandine, che causarono la morte di tutti e tre i figli di re Poryone Delacroix, passato anche alla storia anche come Poryone l’indeciso.
La prima rivoluzione avvenne dopo la sconfitta con Wirbel e fu guidata più dall’umiliazione che da richieste specifiche: ciononostante, proprio mentre era di ritorno proprio da Wirbel dove si era recato per trattare la pace, il principe ereditario Leon venne assassinato da un attentato alla sua carrozza. Percependo comunque una volontà popolare sempre più marcatamente democratica e percependo il malessere della popolazione basso borghese, Poryone finì con il concedere una costituzione che prevedeva la presenza di un governo eletto (a suffragio molto ristretto) e fece riformare il sistema giudiziario, che divenne sorprendentemente efficace ed equo.
Nel +95, nell’anno della Grande Carestia, iniziò la Seconda Rivoluzione di Briand: re Poryone abdicò al figlio secondogenito Renee, ma questi non riuscì a placare la rabbia dei cittadini briandini, che trovarono rivalsa su Marianne, terzogenita della famiglia reale. La sfortunata principessa, appena quattordicenne, si trovava nella reggia estiva della famiglia reale: la folla inferocita riuscì ad irrompervi, causando alla principessa e buona parte delle sue ancelle una fine tanto orribile che ancora oggi se ne parla a stento. Solo un terzo del suo cadavere venne ritrovato. Per fortuna di Renee Delacroix, i Cavalieri rimasero fedeli alla corona e placarono la rivolta nel giro di un paio di settimane.
La rivolta del +101 fu tuttavia diversa: essa aveva dei leader, degli scopi e un’organizzazione chiara e definita: secondo molti, essa fu più simile a un golpe militare che a una rivoluzione popolare. Fu proprio l’esercito a guidare e fomentare la popolazione borghese e non, bramosa di porre fine al dominio politico del re e dei suoi seguaci. Migliaia di militari e civili marciarono compatti nelle maggiori quattro città del regno.
Un ruolo decisivo lo ebbe tuttavia il Sacro Ordine dei Cavalieri di Iomedae, guidato da Sebastién Gaerandìr Werthén: difatti, quando Re Renee II gli ordinò di caricare la folla e sedare la rivolta, il mezzelfo rispose “Mio re, nessun giuramento e nessun onore vale la vita di migliaia di compatrioti. Preferiamo morire con l’onta del tradimento che con il sangue di migliaia di briandini fra le mani.” La cavalleria non mosse un dito e re Renee II si ritrovò completamente disarmato di fronte a quello che era, oramai, un vero e proprio golpe. A uccidere il re, fu il suo consigliere più fidato, Perroin Bejélit.
Perroin non era di certo un’opportunista: fu solo un abile doppiogiochista. Cresciuto in una famiglia povera a qualche chilometro da Irvine, Perroin si fece notare per una brillante carriera militare, che lo portò ad essere il più giovane generale della storia briandina. Inizialmente discriminato per le sue origini, riuscì a utilizzare il suo rango per tessere una rete segreta filodemocratica dentro l’esercito: essa era talmente tanto segreta che in pochissimi sapevano che ne fosse lui il creatore. Il suo talento bellico e le sue capacità strategiche lo portarono, d’altro canto, a divenire il consigliere personale di Re Renee II: grazie a questa posizione riuscì a manipolare il monarca, convincendolo a esautorare tutte quelle figure all’interno dell’esercito che gli sarebbero potute rimanere fedeli in caso di rivoluzione. Nel giro di otto anni, l’esercito passò dall’essere un covo di nobili di basso rango a un moderno esercito popolare che, guidato da Perroin stesso. Inoltre l’armata cominciò a covare una forte simpatia per gli ideali liberali e democratici tanto abilmente propagandati dall’eroe rivoluzionario.
Quando la folla fu sufficientemente vicina al palazzo reale di Fores, Perroin tagliò la testa a Renee II con la stessa spada celebrativa che il re portava solitamente con sè: l’esercito, che pendeva dalle sue labbra, accolse il gesto con gioia. Dopo aver costretto l’arcidiacono di Iomedae a incoronarlo re, si affacciò con scettro, spada e corona dal palazzo, dichiarando che nel giro di un anno avrebbe trasformato Briand in una democrazia e ponendo de facto fine alla rivolta. Perroin, che fondò la stirpe dei Briandine, mantenne la promessa e otto mesi dopo proclamò l’acte du peuple, cedendo quasi tutti i suoi poteri a organi eletti e a un complicato sistema di pesi e contrappesi tipici delle democrazie. Mantenne per sé la carica di re, che tuttavia era oramai diventata piuttosto debole.
Politica e Attualità
La Briand post-rivoluzionaria
L’evento principale dell’ultimo secolo briandino è senza dubbio la Guerra delle Tre Teste, la quale è comodamente leggibile nel Dossier – La Guerra delle Tre Teste.
La struttura politica di Briand, così come fu plasmata da Perroin e dai suoi consiglieri, è quanto mai particolare: il re ha effettivi poteri esecutivi e legislativi, ma non può esercitarli senza l’approvazione della Camera del Popolo, la Camera dei Giudici e la Camera del Clero: questi tre organi, assieme al Re e al Governo, formano i cinque cardini del potere briandino.
Il potere venne diviso fra le cinque cariche citate in precedenza: la Camera del Popolo, eletta a suffragio universale, può proporre leggi e mettere il veto a qualunque norma, ma non può mettere becco in materia giudiziaria; la Camera dei Giudici, cui si accede tramite concorso, può ribaltare qualsiasi causa giudiziaria, ma non può né proporre né mettere il veto sulle leggi approvate dagli altri organi, a meno che queste non siano contro la costituzione; la Camera del Clero (votata dai membri dei culti) incorona il re (può persino rifiutarsi di farlo in caso questi soffrisse di gravi problematiche mentali) e può chiedere al re stesso di abdicare, ma solo qualora riuscisse a ottenere anche il consenso delle altre due camere; il Re può rifiutarsi di firmare le leggi, ma solo per un massimo di quattro volte, e può sciogliere una delle camere, ma solo con il consenso del Governo e di una delle altre camere (per la Camera del Clero serve il consenso della Camera del Popolo, per la Camera dei Giudici quello della Camera del Clero e per sciogliere la Camera del Popolo serve il consenso della Camera dei Giudici); infine il Governo viene eletto dalla nobiltà Briandina a suffragio molto limitato, può proporre leggi e gestire la tassazione, per quanto necessiti dell’avallo di Re e Camera del Popolo.
Attuale situazione Politica
Camera del Popolo
| Partito | Seggi | Idee Politiche |
| 102 | Conservatori | |
| 59 | Lavoristi | |
| 20 | NGV | |
| 20 | Rivoluzionari | |
| 20 | Progressisti | |
| 15 | Repubblicani | |
| 10 | Religiosi | |
| 4 | Ellean |
Maggioranza Formata da Conservateurs, Partito dei Popoli Briandini, Lega delle Dee e della Legge
Camera del Clero
| Culto | Seggi |
| Shelyn | 28 |
| Asmodeus | 18 |
| Cayden Cailean | 17 |
| Iomedae | 16 |
| Erastil | 12 |
| Pharasma | 9 |
Governo (in mano a
Re Jacques IV, Re di Briand
Gilles Moreau, Primo Ministro di Briand
Judicaël Calengol Ximenèz, Ministro degli Interni
Eruanne Vidal, Ministra degli Esteri
Mathilde Schmitt, Ministra della Difesa
Thibaud Arnaud, Ministro del Commercio
Yvette Ilyalisse Dumont, Ministra della Giustizia
Renee Gascoine, Ministro dell’economia
Simeon Fougard, Ministro dell’agricoltura
Melime Roux, Ministra della Cultura
Mirìel Sartoire, Ministra della Magia
Narwain Roger Petit, Ministro della Ricerca
Odile Dufour, Ministra dell’Industria
Seregon Noir, Ministro per il clero e la religione
Bandiere Storiche

Repubblica NGV di Bar’Zajkt
Stemma
